Baby soldati il più delle volte utilizzati come
carne da cannone: mandati avanti sui campi minati, per aprire la
strada all'esercito regolare. Come è accaduto ai bambini iraniani
inviati, con la foto dell'ayatollah Khomeini appesa al collo, al
fronte nella lunga guerra Iraq-Iran, negli anni Ottanta, a
immolarsi e guadagnarsi così un posto in paradiso. Spesso
costretti a commettere atrocità irripetibili. È accaduto
recentemente in Sierra Leone, in una guerra per il controllo
delle miniere dei diamanti. I bambini arruolati dai ribelli del
Ruf, hanno amputato arti, decapitato e violentato. Addirittura,
secondo l'organizzazione per la difesa dei diritti umani Human
Rights Watch, hanno bruciato vivi i civili.
Per far trovare loro il coraggio a combattere i
comandanti li torturano strappando così la totale sottomissione.
Prima dell'azione militare, li eccitano riempiendoli di droga.
Cocaina, anfetamine o polvere da sparo bruciata e mischiata col
riso, succo di canna da zucchero o hashish. I loro addestramenti
sono crudeli, perché crudeli devono essere le loro missioni. Sono
costretti a uccidere spesso anche i propri familiari perché il
loro senso di colpa sia più alto, la riprovazione del villaggio
indelebile e il ritorno a casa impossibile.