«Il vizio dell'anima non si identifica col peccato; per esempio,
l'iracondia è un vizio che spinge la mente a compiere cose che
non si devono fare, alla lussuria sono inclini per complessione
fisica molte persone che però non per questo peccano: il vizio
dell'animo ci inclina ad acconsentire a cose illecite e
peccato deve intendersi solo il fatto dell'acconsentire. Come non
si possono eliminare le inclinazioni, perché fanno parte della
natura umana, così non si può chiamare peccato la volontà o il
desiderio di fare quel che è illecito, ma il peccato è il
consenso dato alla volontà e al desiderio.»
(Tratto
dall'opera " Scito te ipsum, seu Ethica" di
Pietro Abelardo,XII sec. d.c.)