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interstellar/blum

Un uomo venne attratto dalla immagine di una donna….da una immagine astratta, non nitida..si coglievano i lineamenti del volto.. i capelli….lo sguardo…ma quel poco bastava per rendere il tutto misterioso e provocante…l’uomo si fece coraggio e fece in modo di mandarle un saluto…pensando che sarebbe stato tutto invano…che non l’avrebbe mai calcolato …e invece con sorpresa venne accolto.

Il seguito fu uno scambio di saluti e da li, tra le parti, intercorsero messaggi a tutto tondo..da quelli seri e profondi a quelli piu stupidi e ilari. L’uomo propose un invito a colazione..e quel giorno non nascondeva la trepidazione… l attesa si faceva carica di emozione.

Avvenne che la sorpresa fu magnifica poiché la gradevolezza della donna superava di gran lunga l ‘aspettativa…ebbero ancora occasioni di incontrarsi anche se per pochi minuti…

Quei minuti per l’uomo erano pur sempre intensi anche se fatti di pochi istanti…ed egli li custodiva come un tesoro..nella sua mente il fascino di lei per tanta bellezza interiore e per la bellezza del dialogo.

L ‘uomo avvertiva un conflitto.. tanto era il desiderio di lei.. ma forte era il suo imperativo a non cedere all’incanto…la sua scelta di vita comandava su qualsiasi altra cosa …

egli tuttora  la pensa …

..pensa anche che, paradossalmente, se avesse potuto..probabilmente… non l avrebbe mai incontrata!

VICTORIA.

 

Victoria passeggiava da amazzone sul suo bel cavallo nero lungo la spiaggia..lo faceva da molto tempo.

Per lei era una consuetudine la mattina presto poiché assaggiava la libertà insieme al suo adorato amico.

Tutto cominciò quando la sua oppressione la privava del normale respiro . Una conseguenza della sociopatia di cui soffriva. Questo la portò ad allontanarsi dalla vita civile e a dedicarsi a sè stessa e alla sua solitudine.

Tuttavia nelle sue abitudini solitarie stava meglio…respirava nuova vita: camminate, albe, tramonti, colori vividi e tanta natura.

Buone letture la tenevano occupata e quando era tempo incerto ovvero nelle lunghe giornate di pioggia si occupava della sua passione: scrivere. Viveva di questo, scriveva ed era apprezzata dal suo pubblico di nicchia .

Nella sua fervida immaginazione coglieva storie dagli aspetti non troppo leggeri , con tratti dalle venature forti, singolari. La bellezza stava proprio in quel tocco. Il vigore era tale che le sue espressioni davano risalto alla sua altisonante personalità.

Calpestava nuovi passi ormai da diverso tempo e si era perfettamente adattata all’ambiente quasi desertico attorno a sé. Per le necessita primarie c’erano la tecnologia e la cooperazione da parte di  un locale fidato e discreto.

Vic aveva ridisegnato il suo mondo adattato alla sua diversità.

A volte per spezzare la grande tranquillità delle giornate si deliziava della musica. Apprezzava molto un brano di Amy winehouse e nell’ascoltarla si concedeva il vizio di stappare una bottiglia di un buon vino rosso e ballando lo sorseggiava così…da marinaio!

Dava così sfogo alla sua natura selvaggia ondeggiando e nel canticchiare mezze parole si lasciava trasportare senza inibizioni. La festicciola finiva con una furiosa corsa sulla spiaggia illuminata solo dal chiaro di luna e lo spettacolo era incantevole. Ricolma di sensazioni senza paure bagnava i suoi piedi e il luccicare dell’acqua del mare aveva tutta l’ aria di un forte richiamo di ricongiunzione..talmente forte che Vic arrivava a bagnare completamente le sue gambe vedendosi la veste bianca ricamata aderire perfettamente al suo corpo sinuoso… motrandolo sfacciatamente nudo.

Vic era in un periodo di stallo, aveva il lavoro da mandare avanti e i termini si facevano sentire. Lei non si sentiva motivata, veniva meno l’ispirazione eppure stava bene con sé stessa. Questo tendeva ad innervosirla e più si sentiva tale e meno trasporto letterarario accusava. Un giorno , in un attacco d’ira improvviso gettò gli scritti ovunque per aria e si catapultò fuori dalla sua dimora. Di fatto si arrese alla rabbia e senza rendersene conto camminò parecchio lungo la spiaggia tanto che, solo quando scese l’imbrunire, si ridestò dal suo mondo. Si accorse che si faceva buio ed il rientro non era così immediato.

Nel cammino di ritorno il passo cominciava a farsi veloce e scattoso ..di sera infatti i luoghi proprio perchè isolati potevano nascondere insidie non molto piacevoli. Nella falcata decisa ritmata da un respiro ormai affannoso, distratta dalla scarsa visibilità inciampò contro qualcosa e nel cadere urlò come una pazza. A quel grido incontrollato quell’ostacolo si mosse e trasalì con un alterco…l ‘ostacolo era un uomo riverso a terra.

La Vic terrorizzata si rialzò un pò zoppicante e farfugliando qualcosa si diede alla fuga incapace di connettere…voleva solo correre come una gazzella il più veloce possibile. Di contro  l’uomo, sollevatosi pesantemente e intuendo l’ accaduto cercò di inseguire la donna per tentare di calmarla e scusandosi poi dell’enorme paura arrecata.  Non ci fu nulla da fare , la fuga di Vic, sebbene in un contesto di buio pesto, era paragonabile alla saetta del suo cavallo.

Rientrata finalmente a casa , brancolando nel buio, accese una candela ..sprangò casa e altro non poteva fare che aspettare che il sonno avesse la meglio sul suo enorme spavento. Il sonno le venne finalmente ma, il risveglio fu cupo: la aspettava un grosso turbamento….

Molti giorni dopo, riavutasi da quell’ incidente di percorso, si riprese la sua routine e tornò a passeggiare col suo cavallo dominando le sue paure e tenendo a bada la sua inquietudine.

Dopo una lunga passeggiata irradiata da un sole caldo e cocente, si sentiva uno strano fischio nell’aria provenire dalla vegetazione accanto a lei.

Incuriosità Vic si fermò ..tentò di capire la provenienza certa ma non poteva prevedere che dietro di lei, senza che se ne accorgesse, si avvicinava una presenza ….era lui …l’uomo!

Victoria parte seconda.

 

Victoria avvertendo un tocco alla spalla, si voltò e le si gelò il sangue.

Non era in grado di fare un solo movimento poiché lo spavento l’aveva totalmente paralizzata.

Questo era un deja-vue e il risultato era quello di bloccarsi. Il suo volto mostrava un pallore agghiacciante e non si fece attendere il respiro strozzato.

L ‘uomo capendo che qualcosa non andava, fece un passo indietro con la speranza di placarle lo spavento.

Preoccupato, non vedeva dei miglioramenti e in preda al panico cominciò a girare su se stesso …imprecava , urlava con le braccia alzate muovendosi in tutte le direzioni. Egli si colpevolizzava dell’ incidente, era in  bilico tra la pazzia e la ragione non sapendo cosa fare.

Victoria dal canto suo si sentiva gelida, terrorizzata ma nel suo dramma riuscì a rinsavire e alzando gli occhi potè mettere a fuoco la scenata che si stava consumando davanti a lei. A quel punto cominciava a vedere quell’uomo risucchiato in quadretto assurdo che rasentava la comicità.

Fu questo collage di manifestazioni bizzarre a scuotere l’anima di Victoria, ingessata in quel suo tormento.

E fu così che scoppiò in una risata!

E proprio quella risata improvvisa ebbe il potere di spegnere l’uomo che sfinito, si voltò per guardare Victoria con tale stupore da sembrare perfettamente inebetito. Impreparato, cominciò a balbettare incredulo e Victoria non potè che sbottare in una risata ancora più energica tanto che le vennero le lacrime ed il volto cominciò a poco a poco a prendere un gradevole colorito. L’uomo sentì finalmente un gran conforto e cedendo a terra scoppio in una risata liberatoria.

Victoria incredula della sua forza ma, ancora tremante, provava a scusarsi  dell’accaduto tra una risata e l’altra e riavutasi dal suo grande disagio si avviò verso casa.

Aveva bisogno di calmarsi e di  non dare troppa confidenza.

Nel vederla andare via , l’uomo riprese la ragione e rialzandosi si dichiarò a Victoria essere un uomo per bene e di chiamarsi Pier.

Nel provare ad avvicinarsi le disse anche che non aveva alcuna intenzione di spaventarla e che la sera che fu causa della caduta aveva inutilmente tentato di porgere le sue scuse. A quelle parole Victoria, che si stava allontanando frettolosamente, d’un tratto allentò per poi fermarsi.

Girandosi verso Pier fece un sorriso un po’ smorzato, replicando che era tutto sistemato e che quindi poteva starsene in serenità.

Victoria ritornando sui suoi passi, non sentiva più l ‘oppressione ma, divertita e stranita si sentiva bene.

Fu la sera di un buon libro, un calice profumato di vino rosso. Accomodata nella sua poltroncina con l’ atmosfera di una luce soffusa di candela quasi consumata, si sentiva conturbata.

Se ne restò li a contemplare l esperienza avuta, rivedendo nella sua mente quell’uomo di un certo fascino …e a poco a poco si addormentò col sorriso sulle labbra,   avvolta da quella sua deliziosa veste ricamata.

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