Libero

morpheus_63

  • Uomo
  • 62
  • Catanzaro
Capricorno

Mi trovi anche qui

ultimo accesso: più di un mese fa

Bacheca

Questa Bacheca è ancora vuota. Invita morpheus_63 a scrivere un Post!

Mi descrivo

---

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

-

I miei pregi

-

I miei difetti

-

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. nessuna
  2. nessuna
  3. nessuna

Tre cose che odio

  1. nessuna
  2. nessuna
  3. nessuna

Sei il vento caldo che accende il mio cuore, La briciola che sazia la mia fame.

Sei l'irresistibile follia di un attimo senza tempo.

Sei la goccia della pioggia fresca che mi bagna, il soffio del vento che fa fremere la mia pelle. Sei la sabbia del deserto che scandisce le mie ore. Sei il sogno di un bambino, l'onda impetuosa che bussa al mio cuore, il tuono che lacera la mia mente.

Sei tu donna e sempre così a me ti porrài. 

(02/03/05)

Sento ancora il tuo respiro sul mio corpo. Mi fermo a pensare e...

La mia mente torna.

Come fulgido sogno di un'ora d'amore non colta.  

(02/03/05)

Vorrei sfiorare le tue labbra e sentirne il gusto dolce del miele.

Vorrei carezzare i tuoi capelli e sentire il vento che li solca.

Vorrei i tuoi seni tra le mie mani e sentire lo scorrere della vita.

Vorrei il tuo corpo sopra il mio e ascoltare il cuore tuo che batte.

Vorrei stringerti le braccia attorno e ballare il valzer del nostro amore.

(12/03/05)

E senti a volte frammenti di ricordi che vengono portati via dal mare.

Ti nascondi dietro il fumo di una sigaretta quasi a voler cercare riparo dalla gelosia di una parola non detta.

E pensi a te.

E resti immobile a guardare gli anni che passano cerchi i tuoi sbagli e gridi, fragile, nei tuoi dolori.

Segui la goccia che solca il tuo viso. Pensi a lei e senti quanto desiderio ancora c'e.

Nella notte che appena inizia quanto amore c'è.

La nuvola della tua sigaretta svanisce e la realtà ritorna

(09/03/05)

Soffice come la neve che viene giù di te mi copro.

Dove sarai.

Soffi forte e mi trascini via come il vento che urla forte nel mio cuore.

Il gelo di questi fiocchi non riesce a spegnere il fuoco del mio cuore.

Sei la tentazione di un'attimo d'eternità.

E intanto fiocca, e tutto copre; anche l'attimo fuggente di una speranza che è più di una tentazione, di una semplice illusione.

Fiocca amore fiocca. 

(01/03/05)

Il ricordo ancora vivo di te e del desiderio di poter passeggiare abbracciati.

I tuoi capelli raccolti ti davano un'aria sbarazzina che perfettamente si intonava alla nostra adolescenziale situazione. Mi fai un gesto col braccio ad indicare noi due vicini e scendi dalla tua auto.

Avvolta nel tuo cappotto nero indossavi una maglietta in fibra che lasciava intravedere la maliziosa scollatura del tuo seno, seducente invito per i miei pensieri.

Insieme ci incamminiamo mentre finivi di sistemare la borsa sulla spalla e subito il mio braccio scivola attorno a te ad abbracciarti – un gesto voluto per proteggerti dal nulla –

Manifesti la tua soddisfazione con un sospiro che appena riesco a sentire.

Certo non sono i boulevard, mi dicevi, ma era tanta la voglia di passeggiare abbracciati ed io

non me lo feci ripetere due volte e ti abbracciai, con la tenerezza e la voglia di chi tanto ha aspettato.

Fu così che il viale diventò  il boulevard.

Tante volte avevo cercato questo momento di intimità, e sempre ci fu negato.

Ora invece accompagnati dallo screpitio dei tuoi stivali passeggiavamo abbracciati all'unisono.

Sentivo l'aria che riempiva i polmoni e l'odore acre di fiori appassiti.

Mi raccontasti delle tue bambine e di quando un giorno proprio su quel viale non le vedesti più  - Grazioso frutto di un germoglio ormai appassito, fiori di una vita che non ti appartiene –

Ci sedemmo su una panchina, una piccola panchina verde in ferro battuto. Appoggiasti la tua spalla sul mio petto mentre continuavo ad abbracciarti. Il sole basso illuminava il tuo volto che si nascondeva ancora una volta timido al passare della gente.

Mi guardavi sopra gli occhiali scuri con fare malizioso e il firmamento intero si era posato sulle tue labbra. Labbra che avrei voluto divorare e che invece adoro. Il vento posò alcuni capelli sulla tua bocca, e li restarono impigliati tra le trame del tuo rossetto. Dolcemente ti accarezzai mentre scrutavo il tuo profilo alla ricerca dei tuoi pensieri.

Non li trovai dentro i tuoi occhi perche erano tutti li, fuori, li stavi sussurrando a me e volevi gridarli al mondo intero.

E le nostre labbra che si unirono, davanti alla ragazza che era sopraggiunta, fu L'inizio del nostro grido verso quel mondo che ancora una volta ci voleva soffocare.

Ci alzammo e ritornammo sui nostri passi.

Lo screpitio degli stivali ora ci accompagnava malinconico.

Non parlammo e lentamente ci avvicinammo all'auto che, inesorabile strumento di separazione, ci aspettava.

Marco ora dorme e i miei pensieri scivolano felici a te, accompagnati dal ronzio del motore che porta a ricordare i particolari più nascosti dei nostri incontri, sempre meno furtivi.

Complici nel gioco delle ombre ci affacciamo al sole di questo autunno caldo, riscaldato dal nostro abbraccio tenero e profondo.

Ti guardo ancora negli occhi... mi perdo di nuovo.

(30/11/06)

I due giorni antecedenti la prima domenica d'avvento, sembrava non arrivassero mai. Seguendo le luci della tua auto che mi precedeva, mi portasti a casa tua.

Si trovava in fondo ad un viale senza uscita, alla periferia di Parigi. Lungo i bordi alberi d'alto fusto e le case, tutte basse, avevano le finestre ornate da tendine colorate e fiori in vasi sui davanzali.

Un giorno arrivando in fondo, ero riuscito a vederti da dietro la siepe del tuo giardino.

Eri li come non ti avevo mai visto prima, non so a cosa stavi pensando avvolta da quel mistero casalingo che non conoscevo.

Ad un tratto, sorpresa, mi scorgesti anche tu; il tuo viso si illumino di un sorriso che non mi era più estraneo. Continuasti a fare le tue faccende regalandomi sorrisi e lanciandomi baci. poi intimidita dai vicini curiosi e dalla voce di tua madre ti avvicinasti dietro la siepe e a malincuore mi dicesti che era meglio se andavo.

Che strana la vita: averti li ad un palmo di mano e non poter sfiorare le tue labbra, non poter tendere le mie braccia intorno a te per sentire il tuo profumo fiorito.

Quante volte mi sono fermato all'angolo del viale e quante altre sotto la quercia lungo la strada che porta alla fattoria, sempre con la speranza di riuscire a vederti di nuovo nel giardino nelle vesti insolite per me, di casalinga.

Rubare quell'intimità che non mi appartiene e che conosco solo per sentito dire.

Quel giorno mi fermai più volte luogo il viale e attraverso lo specchietto continuavo a cercarti. Non ti vidi. Oggi davanti il tuo camino restano ricordi.

La tua casa d'arancio adesso non e più un fantasma e gli occhiali che leggermente scivolano sul tuo piccolo naso, mi sembra tu c'e li abbia da sempre.

La pioggia cadeva leggera sul melograno piantato in giardino, regalo frutto dell'amore e segno di prosperità.

Eri bella come non mai quella sera. Il tuo sguardo si perdeva a rincorrere le fiammelle del ceppo d'ulivo che lento si consumava. Lento come il gesto della mia mano che furtiva si insinuava sotto il tuo maglione. Ti voltasti.

 Senza parlare, mi sorridesti. La mia mano adesso sul tuo viso, ti accarezzavo e con gli occhi rispondevo alle tue domande; le labbra appena socchiuse eccitavano i miei sensi e le tue mani luogo i miei fianchi provocavano sinuosi movimenti.

L'odore fresco dei nostri corpi si fuse, la mia anima diventò la tua.

Uniti, come la madre al figlio che porta in grembo, i nostri cuori diventarono un unico battito, ci sollevammo sospesi nell'aria.

I nostri corpi bagnati dal sudore non facevano più parte di questo mondo, da angeli volavano. La fiamma ebbe un guizzo quando l'apice del nostro amore si fece sentire, e i lapilli del tronco che cadde, sembrò rivivere la notte di San Lorenzo.

Continuammo a baciarci senza pudore, e le nostre carezze giunsero al cielo e lo pulirono dalle nuvole. Ora una luna romantica entrava curiosa dalla finestra a sbirciare la nostra intimità, il fuoco da noi riscaldato riprese, vivo, a scoppiettare e noi sempre più uno dell'altro, continuammo a fare l'amore per tutta la notte. 

(04/12/06)

Erano passati solo pochi giorni dal nostro weekend ma sentivo terribilmente la mancanza del tuo sguardo su di me.

Terry e se fosse una vita allora accanto a te, quando non ci saremmo più, cosa succederebbe? Viaggio spesso da solo, e la maggior parte della giornata la trascorro in macchina, spesso mi capita di visitare luoghi nascosti della nostra regione, paesaggi sapori e odori che mi piacerebbe condividere.

Entusiasta te ne parlo sempre e il più delle volte finisce che tu già conosci quei luoghi; e allora penso a come e con chi hai avuto il piacere di visitarli. Perché comunque sarà stato piacevole, perché comunque hai condiviso la felicità di una nuova scoperta.

Con la semplicità della bambina che sei, teneramente hai sorriso a quello che ti si presentava davanti all'anima. Ancora adesso se tendo lo sguardo attraverso questi pini, riesco a vederti e sento gioioso il tuo parlare. Eppure tutto questo non mi e nuovo, lo conosco, lo vissuto. Ma quando? Quando, Terry, ti ho tenuto per mano.

La religione in cui crediamo non ammette altre vite, ma io ti conosco da sempre; so di aver vissuto con te tutti i momenti più importanti di una vita insieme.

Ma dove.

Dove io e te siamo già stati.

Ti cerco nei sogni e ci incontriamo sospesi nell'aria, sulle ali del vento mi giunge sempre il tuo profumo; nel calore del sole riscopro il tuo corpo, nella luce delle stelle il luccichio dei tuoi occhi, nelle onde del mare i tuoi capelli sciolti al vento.

Chi sei.

Cosa sei lo so ma chi sei a volte continuo a chiedermelo.

Da quassù mi sembra di dominare il mondo, il tappeto di foglie cattura lo sguardo e mi lasciò accarezzare da un tiepido raggio di sole che attraversa l'intreccio dei rami. Il silenzio sovrasta ogni cosa e come fiore raccolto non faccio più parte di questo mondo.

Mi soffermo a guardare la foto su un'icona lungo la strada: e di un' uomo non più giovanissimo, capelli pettinati a spazzola e un sorriso sulle labbra...

Sorrideva a questo mondo, o forse sorrideva di me?

Lontano il dolce pendio di una collina, mi ricorda il tuo seno e i tuoi capezzoli così sensibili alle mie mani.

Gioco con le nuvole a riconoscere le forme: un coccodrillo, un pino, topolino....

E li grande, ci sei anche tu; guarda. Con il nasino all'insù.

Mi lascio il magico mondo delle foreste incantate alle spalle. Fate e folletti mi sono stati compagni e nella tana del lupo ho trovato un tenero cucciolo che cercava calore. Mi sono chinato davanti a lui, volevo accarezzarlo. Timoroso è scappato via.

(06/12/06)

, , , , , , , , , , , , ,