Rifacendomi a quanto accennato , mi piace
soffermarmi su questa “acerrima nemica” degli amori
clandestini.
Mi sto riferendo agli amori divisi dalle lunghe lontananze che,
ai giorni nostri, sembra che siamo sempre meno rari.
E cosi accade che uno scritto, un volto, un sorriso o una voce
iniziano a riempire quel vuoto nel cuore. Quel bisogno nascosto
si manifesta in tutta la sua interezza, ed ancora prima che
riusciamo a razionalizzare su cosa ci stia capitando, siamo gia
in navigazione nel mare infinito dell’amore!
Quella necessità di spaziare con la mente, unita alla fervida
fantasia che ci alimenta le speranze di cambiamento, vincono
sulla ragione, che non ha spazio per proporre le sue teorie. Non
gli diamo ascolto e lasciamo che il cuore inizi a fare danni… SI,
danni!
Perché quel volto desiderato, quella voce amata e quelle braccia
forti che riusciamo a vedere rare volte, diventano sempre più una
necessità da ricercare e rincorrere con mille sacrifici,
privazioni ed imprevedibili sorprese (soprattutto per se
stessi).
Ci rintaniamo nella nostra speranza che arrivi presto il nuovo
giorno in cui si possa rivedere quello amore, vissuto a puntate.
Aspetti che ritorni il giorno che puoi riabbracciarlo, stringerlo
a te e dimostrargli quanto ti sia mancato, con affezioni
profonde, lunghi silenzi raccolti in un abbraccio, e lacrime
sottili, che provi a nascondere, per l’emozione di avere accanto
a te l’essenza più assoluta del tuo cuore.
la lontananza.
Ma la lontananza aiuta anche a misurare quel
sentimento.
Dovremmo lasciarci guidare dal raziocinio, per spezzare una
catena che non si può mai unire. Dovremmo… dovremmo… dovremmo ma,
non è facile imporre al cuore un lutto perenne e dire addio a
quel brivido.