Caso maledetto! Mai ti ho maledetto quando ti sei mostrato,
e ora ecco: ti maledico perché non ti mostri! O è questa forse
una tua nuova invenzione, essere incomprensibile, origine sterile
d'ogni cosa, unico superstite rimasto di quel tempo in cui la
necessità partorì la libertà e la libertà fu tanto folle da
ritornare alla matrice? Caso maledetto! Tu, unico mio complice,
unico essere che io sempre stimai degno della mia alleanza e
della mia ostilità, sempre a te stesso simile nella
dissomiglianza, incomprensibile sempre, perennemente enigmatico!
Tu, che io amo con tutta la passione dell'anima mia e secondo la
cui immagine modello me stesso: perché non ti mostri? Io non sto
mendicando, non ti sto umilmente supplicando di mostrarti
comunque, una tale preghiera sarebbe idolatria vera e propria, a
te affatto ingrata. Io ti sfido alla lotta: perché non ti mostri?
O l'inquietudine in tutto l'universo è andata calmandosi e il tuo
enigma fu sciolto, così che anche tu sei precipitato nel mare
dell'eternità? Spaventevole pensiero! allora il mondo verrebbe
fermato dalla noia! T'attendo, caso maledetto! Non voglio
vincerti con principi, né con ciò che la gente stolta chiamerebbe
carattere, no, io voglio innalzarti a poesia! Non voglio essere
poeta per altri. Mostrati, e io ti poetizzo. Mi nutro della mia
stessa poesia e questo è il mio solo cibo. O forse non mi ritieni
degno? Come una baiadera che danza in onore del dio, così io mi
son consacrato al tuo servizio; leggero, con poca veste, agile,
disarmato, io rinuncio a tutto. Nulla posseggo e nulla desidero
possedere. Nulla amo e nulla ho da perdere, ma non per questo son
divenuto più degno di te, di te che da gran tempo ormai sei
stanco di strappare agli uomini ciò che essi amano, stanco dei
loro vili sospiri e delle loro vili suppliche. Sorprendimi, io
sono pronto. (Soren Kierkegaard) Tratto da "Diario del
seduttore"