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Un giorno il Tempo chiese alla Sardegna di poterle fare visita.

Stanco e appagato da quelle lunghe meravigliose camminate si rifugiò nel supramonte e chiese il perchè di tutta quella straordinaria bellezza.

La Sardegna rispose: "tu sei il Tempo, io sono l'Eternità".

 

 

 

Isola Rossa

Is Arenas biancas

La Pelosetta

Cala Girgolu

Spiaggia del Relitto

Cala Serena

Is Arutas la spiaggia dai chicchi di riso 

Colostrai

Porto Pino

Capo Coda Cavallo 

Tavolara 

Cala Corsara 

Spiaggia del Pirata

Su Giudeu

Cala Soraya 

Punta Molentis 

Porto della Madonna 

 

Cala Napoletana 

Li Cossi - Costa Paradiso 

Cala Brandinchi

Spiaggia del Cavaliere

Cala di Roto (Spiaggia Rosa)

Cala Coticcio

La Pelosa

Cala Goloritze'

Cala Mariolu

Cala Luna

La Marinedda

 

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Mi descrivo

Pascola sulle mie labbra; e se quelle colline saranno asciutte, vaga più in basso, dove sono le fontane del piacere.

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

-

I miei pregi

-

I miei difetti

-

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. sguardi complici
  2. sospirare
  3. sussurrare nell'orecchio

Tre cose che odio

  1. nessuna
  2. nessuna
  3. nessuna

I miei interessi

Libro preferito

Emmanuelle

Film preferito

Caligola

Noi siamo sardi

Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovonosui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.Siamo il regno ininterrotto del lentisco,delle onde che ruscellano i graniti antichi,della rosa canina,del vento, dell'immensità del mare.Siamo una terra antica di lunghi silenzi,di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.
(Grazia Deledda - Noi siamo Sardi)

 

La Sartiglia e Su Componidori

Anche il nome del capo corsa della Sartiglia, su Componidori, così come le origini stesse della giostra equestre, è legato alla dominazione spagnola nell'isola di Sardegna: il termine deriva da "componedor", ovvero il maestro di campo della "sortija" spagnola. Ogni anno il 2 febbraio, in occasione della festa della Candelora, i massimi rappresentanti dei due Gremi dei Contadini e dei Falegnami, a cui è demandata l'organizzazione dell'evento, nominano il rispettivo "capo corsa", uomo o donna che sia: da quel momento il cavaliere prescelto viene investito di un ruolo che nel corso dello svolgimento della Sartiglia lo trasformerà non solo nel "signore della corsa", ma anche in un semidio. Caratteristica, quest'ultima, che comporta una serie di rituali densi di sacralità, che già a partire da uno dei momenti più importanti della manifestazione, quello della sua vestizione, pone il cavaliere su un piano di trascendenza.

La sua figura è sublime e destinata a incarnare un sacerdote della fecondità. Forza, coraggio, abilità e purezza sono le caratteristiche che deve possedere e per conservare le quali dovrà prendere i sacramenti della confessione e della comunione, ma anche evitare di toccare la terra e gli stessi abiti, indossati i quali si trasformerà in un semidio. Così, accompagnato dal suono delle launeddas, il cavaliere sale su "sa mesita", una sorta di altare sul quale verrà vestito dalle massaieddas: da quel momento, affinché possa conservare la purezza e la forza necessarie a sfidare la sorte e ottenere la vittoria, il cavaliere non potrà più toccare il suolo. Ha inizio così il lungo e complesso rito della vestizione dal quale nascerà su Componidori e che terminerà nel momento in cui gli verrà cucita sul volto la maschera androgina di terra cotta (di colore bianco per il Componidori del Gremio dei Falegnami; del colore della terra per quello del Gremio dei Contadini), che lo renderà inavvicinabile e inarrivabile. Da quel momento, e per tutta la durata della corsa, su Componidori rappresenterà il semidio sceso in terra per donare agli uomini la fortuna e cacciare gli spiriti maligni.

Per questo, tra i numerosi gesti che segnano la sua solenne figura nel corso della manifestazione, non solo c'è quello che lo vede sfidare per primo la sorte, cercando di infilzare la stella di latta posta nella via antistante la Cattedrale, nel pieno borgo medievale di Oristano, ma anche quello della benedizione al popolo attraverso "Sa Pippia 'e Maju", il doppio mazzo di pervinche e viole mammole che simboleggiano l'arrivo della primavera, ossia la stagione della semina a cui seguirà il raccolto all'inizio dell'estate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poltu li Cogghj

Dal mare un Principe ismaelita approda per caso nel fiordo naturale di Porto Cervo e ne rimane stregato. Sono gli anni ’60 ed è amore a prima vista tra Karim Aga Khan IV, principe arabo e imam musulmano, e un tratto di Sardegna selvaggia e bellissima, un diamante grezzo avvolto dai profumi della macchia mediterranea, che dalle montagne degrada verso il mare incorniciando incantevoli spiagge. La sua preferita diventa la spiaggia del Principe, un arco di sabbia bianca circondato da uno scenario mozzafiato sul fondo di una profonda insenatura protetta da un promontorio di graniti rosa. Esclusiva per la sua bellezza, ma aperta a tutti: con una passeggiata di pochi minuti si arriva nel cuore verde, rosa, turchese e blu della Costa Smeralda, come il Principe ribattezzò questa parte di Gallura.

 

Valle Lontana

Questa canzone (in italiano: Valle lontana) è ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1957 a San Lorenzo (frazione di Osilo), quando un grosso masso staccatosi da una collina, precipitò sul fondovalle, finendo sopra il tetto di un mulino dove dormiva un bambino di pochi mesi (Pietro Pisano) che vi rimase ucciso.  Nel testo si immagina che la madre del bambino ritorni nella valle il 10 di agosto, in occasione della festa di san Lorenzo, e se ne descrive il conflitto interiore tra la festa tutt’intorno e la memoria della tragica morte del figlio;  gioia e dolore si incrociano in un tormento drammatico che solo la fede nel santo riesce a placare. Dopo quasi 50 anni, questa canzone riesce ancora ad emozionare; questa è la ragione per cui fa parte del repertorio di tutti i cori polifonici sardi, ed è stata eseguita da tantissimi interpreti anche fuori dalla Sardegna, nella penisola e perfino in molti paesi del mondo, fino a renderla un cult del canto popolare sardo.

 

Uniti

 

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