- CONNECTING TIME
Gli anni in cui sono stata sposata sentivo dire tra i single che conoscevo e che avevano voglia di relazionarsi con qualcuno in maniera un po’ più profonda, che “in giro non c’è nulla… tutti casi limite”.
Frase riferita sia dagli uomini che dalle donne.
Poi sono passata anch’io a guardarmi in giro dall’altra parte della barricata e devo dire che è difficile rimettersi in gioco ad un’età in cui non pensavi. Per di più la mia generazione si trova a fare i conti con una realtà virtuale che cambia e altera tutto: tempi, modi, maniere.
E’ una realtà che non ci appartiene. L’abbiamo dovuta imparare, non ci siamo nati.
Il nostro imprinting è diverso: abbiamo imparato a relazionarci in carne ed ossa vivendo in prima persona le situazioni, magari passando in un determinato posto ad una determinata ora sapendo che l’avremmo rivisto, o aspettando che il telefono di casa squillasse alzando ogni tanto la cornetta per vedere che ci fosse linea…
C’erano tempi diversi.
Modi diversi.
Maniere diverse.
Ma la voglia di conoscenza e di relazionarsi è rimasta, forse anche in maniera più forte e la conoscenza virtuale che abbiamo qui sopra, non ha nulla a che vedere con la realtà.
La voglia di “connessione” con l’altro fa si che ci si lasci andare a sensazioni alimentate dalla fantasia e dalla proiezione dei nostri più profondi desideri.
Difficile poi non avere aspettative… è un po’ come non avere speranza nel futuro.
L’aspettativa è l’auspicio che ognuno si augura in una determinata situazione.. è l’essere irrimediabilmente ottimisti.
Tempo fa scrissi che il modo migliore per vivere e non soffrire è non riporre aspettative in niente e nessuno.
Impossibile.
Quando ti capita una cosa bella è normale pensarci, fantasticarci… soprattutto se va a colmare un vuoto del quale volevi convincerti di non aver bisogno…
Ahhh la vita, la vita…