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    capitali europee, Australia e Nuova Zelanda

    parole

    Nella penombra della scena l'attore prosegue, senza intaccare minimamente l'ordine prestabilito.
    Avrebbe voglia di rovesciare tutto, introdurre un'inversione, uno sfasamento, una confusione, una curvatura.
    Ma anche negli atti più insoliti la sua vita è un meccanismo perfettamente oleato.
    Qualche rara volta sembra che si riesca veramente a romperlo, una specie di magia.
    Per un istante il meccanismo regolato della scena si interrompe. A metà di una frase l'attore di arresta. La sa a memoria questa parte che recita ogni giorno, ma forse questa sera si rifiuta di andare avanti.
    Gli altri personaggi si irrigidiscono col braccio alzato. La misura che l'orchestra aveva cominciato si prolunga indefinitamente.
    Bisognerebbe ora fare qualcosa, dire una parola, una parola qualunque che non sia scritta nel copione.

     

    uno scritto di Giorgio Gaber , che apprezzo particolarmente, in quanto anche per me le ''parole'' sono la forza del pensiero, lo strumento della nostra ''esternazione''!

     

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