Sesso: F -
Età: 39 -
Città: Napoli -
Provincia: Napoli -
Regione: Campania -
Nazione: Italia
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Ultime visiteDove si trova il regno delle Fate? Cosa vede una fata quando si guarda allo specchio? Cosa ne sappiamo, di cosa succede
![]() Certe regole di vita necrotizzano le ali di ogni creatura sognante, avvizziscono i muscoli di ogni slancio interiore, atrofizzano le intenzioni svelate ad abbracciare il vento. Certe regole strappano le ali delle fate, facendo loro male, nutrendosi di urla silenziose e orgogliose, di lacrime rimaste abbracciate ad occhi troppo sensibili per osservare nudi il mondo che offende. La leggerezza di un’anima ha bisogno di quelle ali. Volare è esercizio poetico. Se non si hanno pensieri adatti però l’aria rimane sempre più in alto del naso. Una fata ha il corpo trasparente, come gelatina di zucchero, fragile agli eventi, delizioso, morbido, capaci di piegarsi ad ogni sollecitazione, prestarsi ad ogni bisogno, in grado di farsi penetrare da ogni curiosità, pronto ad accogliere ogni istinto di comunione. Il dito di un bimbo che entra nel cuore di una fata per sentirne il sapore non le fa male. Le dona anzi nuova forza. Il corpo di una fata è composto di molecole sensibili, morbide alle pretese altrui, che si sostengono le une con le altre tanto da dar forza e forma ad un’idea di magia. Le ali sono come sfoglie di ostia. Si rovinano quando piove sul bagnato, e temono certe lacrime. Se provi a mangiare una fata, per assimilare la sua anima, le ali per prime si sciolgono sotto il palato impedendoti di carpire il segreto di certi voli, percepisci appena il sapore della magia. Una fata è trasparente. Non ha un cuore. I sentimenti non ci entrerebbero, li distribuisce in ogni spazio utile del proprio corpo e quando starnutisce perde emozioni contagiando ogni suo intorno come fosse un raffreddore. La polvere di fata altro non è che gioia di vita sedimentata in attimi che volano via invisibili. “Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra, talvolta vediamo la vita nell’aria. E la chiamiamo polvere” * è una favola meravigliosa che narra di una povera orfanella che non aveva né famiglia né qualcuno che le volesse bene. Invece di volare via, la farfalla si tramutò in una bellissima fata. La ragazzina si sfregò gli occhi perchè pensava di aver avuto una allucinazione. " La fata rispose: "Molto bene". Si chinò su di lei e le sussurrò qualcosa in un orecchio. Poi svanì. La ragazzina, divenuta ormai grande, appariva felice come nessun altro sulla terra. Tutti le chiedevano il segreto della sua felicità. Ma lei si limitava a sorridere e rispondeva: "il segreto della mia felicità consiste nell'aver dato ascolto ad una fatina buona quando ero piccola". Poi divenne vecchia e quando fu in punto di morte i vicini le si fecero attorno, temendo che il segreto della felicità svanisse con lei. "Per piacere", la pregarono, "rivelaci ciò che ti ha detto la fatina buona". La cortese vecchietta sorrise ed esclamò: "Mi disse che tutti, per quanto sicuri di sé, e non importa se giovani o vecchi, ricchi o poveri, hanno bisogno di me". |
Una fata non è nessuno. E se non la vedi è perché sei distratto dal colore di ciò che la circonda. Una fata ha occhi fragili. Non riesce mai a guardarsi in uno specchio. Né per compiacersi, né per pettinarsi. I suoi capelli sono trame sottili di sogni incredibili. Ricci di capitomboli a giostrare salti di gioia ovvero lisci slanci su mondi nuovi. Mi descrivo
Sono una fata
Amo & odio
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Nessun dettaglio
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