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Mi descrivo

Bè ecco.. proprio ieri parlando con mia madre mi ha detto: "Tu sei sempre stato uno stronzo con l'aureola da santo."

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

Inglese

I miei pregi

Posso facilmente far ridere le persone

I miei difetti

Posso facilmente far piangere le persone

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. Leggere
  2. Scrivere
  3. e i felini.. tutti..

Tre cose che odio

  1. L'apparire prima dell'essere
  2. L'ignoranza.. in tutte le sue forme
  3. Chi dice che non sbaglia mai

I miei interessi

Vacanze Ok!

  • Avventura

Vacanze Ko!

  • Spirituale
  • Passioni

    • Lettura
    • Musica

    Musica

    • Disco
    • Rock

    Cucina

    • Piatti italiani

    Libri

    • Gialli
    • Psicologia

    Libro preferito

    Il primo che ho letto: Le avventure di Tom Sawyer

    Meta dei sogni

    Africa equatoriale, Estremo Oriente

    Film preferito

    Taxi driver.. ma è uno tra tanti

     

    Tutto..e il contrario di tutto..è così..vita incasinata..sempre..a volte l'accetto..altre volte no..e poi il lavoro..la casa..la famiglia..un vortice infinito..e io in mezzo a tutto questo..con i pregi e difetti del caso..in un mix di gioie..dolori..atti di umiltà e di bastardate..di vittorie e di sconfitte..di giuramenti e di tradimenti..di sporche bugie e di inaspettate ammissioni..di slanci d'affetto e esplosioni d'odio..di vendette..di perdono..di un'amore infinito per la vita..la mia..e finchè ci sarà una birra fresca in frigo..inchiostro dentro la penna e un piano B sempre pronto..tutto andrà a gonfie vele.. forse..   

    Non ho molto tempo a disposizione. Sono solo in casa, in compagnia della mia vestaglia di pile, delle mie sigarette e di un silenzio così bello che mi stupì per quanto mi era mancato. Mia moglie è uscita per andare a messa portandosi dietro i nostri due figli mentre io invece sono riuscito a scamparla. A messa? Io? Volevo stare solo, oggi non lavoro e volevo stare solo, cristo è domenica!. Un culo come il Colosseo per tutta la settimana..  ma comunque sia,  non ho molto tempo.
     Come sono usciti ho fatto subito due cose. Accendere il pc e aprire lo sportello del mobile dove ci sono i liquori. Bè, forse questo  l’ho fatto prima ma che differenza fa? E così mentre il pc sin avviava io guardavo preoccupato il livello della mia sambuca Manzi. Ne restavano solo due dita e avrei preferito scolarle per un occasione migliore,  ma poi mi resi conto che anche questa era un’occasione  migliore e quindi la scelsi. Ovviamente c’erano anche altri possibili pretendenti:  whisky, rum, cognac, gin, crema di whisky insomma, c’era tanta di quella roba da bere che Bukowski a vederla avrebbe fatto i salti di gioia. Ho preso un bicchiere, ci ho messo dentro  un cubetto di ghiaccio, l’ho innaffiato con le due dita di sambuca e poi sono andato a sedermi davanti al pc.

    Subito suonarono alla porta. Il figlio di quella che abita sopra di me non aveva di nuovo un cazzo da fare che fare gli scherzi al citofono. D’altronde, chi poteva suonare alle dieci di domenica mattina? Non aspettavo visite e pensai che se non era lui erano probabilmente dei testimoni di geova. Suonano sempre di domenica mattina, e sembrano creati apposta per farlo, per andare a rompere i coglioni alla gente con le loro stronzate. Rimasi ancora pochi istanti in attesa di un nuovo squillo, non arrivò, allora mi  feci un sorso e iniziai a scrivere. Dopo due righe il campanello suonò di nuovo. Il battito delle mie dita sulla tastiera mi fù di conforto e continuai imperterrito. Non dovevo assolutamente deconcentrarmi, ma visto che abito al primo piano e che il portone del palazzo sta proprio sotto la mia postazione, per ogni evenienza gridai rivolto alla finestra- Non c’è nessuno in casa non rompete le palle e andate via!- 
    Funzionò, ma dopo altre due righe fu la volta del cellulare. Da seduto allargai le braccia come la statua del Cristo di Rio de Janeiro. Mi chiamava dalla cucina e mentre i Clash suonavano Police on my back  dentro la mia testa infuriava una feroce battaglia. E’ difficile fregarsene quando un cellulare suona.


    Se lo spengi prima ti salvi, ma se non lo fai sei succube delle sua suoneria, sei uno schiavo, un’automa, una vittima. Se vediamo per strada uno che ci chiede aiuto ci pensiamo tre o quattro volte prima di decidere cosa fare, se invece troviamo un cellulare che suona facciamo a cazzotti per raccoglierlo.
    Così,  dopo un altro sorso di sambuca,  mi alzai per andare  a rispondere. Cazzo, che aveva da chiamarmi Marco alle dieci di domenica mattina?
    - SI?-
    - Ciao Ale che fai?-
    -Sto scrivendo che c’è?-
    -Che cazzo fai?-
    -Ho fumato e adesso mi sto sbronzando-
    -Ah ecco..  di un po’ che fai stasera? Ti va di andare a fare un giro con..-
    -No lascia perdere-
    -Ma se non sai nemm..-
    -Lascia perdere ho detto. Ho dato buca stamattina a mia moglie e molto probabilmente gliela darò anche oggi pomeriggio, per via della formula uno e delle partite di campionato, e non posso uscire con te stasera capisci?-
    -Ma che stai a dì?-
    -Tu non sei sposato vero?-
    -No-
    -Allora lascia perdere, un giorno, se  anche tu attraverserai il Rubicone capirai. Ti porterà la gloria, ma finirai comunque nella merda fino al collo-
    -Senti, ascolta, tu hai qualche problema, io ti volevo chiedere  solo se ti andava di uscire..-
    -E io ti ho risposto di no e adesso devo andare ciao-
    -Bè allora vaffanculo, ciao-
    -Ciao-

    Ritornai a sedermi dopo aver spento il cellulare ma ormai il danno era fatto. Finii la sambuca e mi ritrovai a fissare il monitor senza sapere più che cazzo scrivere. Porca puttana! E così, con la testa piena di strane interferenze decisi di uscire sul balcone per sedermi sulla mia sdraio e per  fumarmi una sigaretta. Dovevo risintonizzare bene le idee e la sdraio che ho sul balcone serviva proprio a questo e la consideravo da sempre il mio pensatoio.
    Alzai la serranda della finestra. Vidi la chioma del grosso pino che avevo di fronte venir sospinta dal vento prima da una parte, poi dall’altra come  un’alga gigante in balia delle onde. Tirava un vento della madonna e grossi nuvoloni color piombo si rincorrevano nel cielo minacciando una nuova scarica d’acqua. Come aprii la porta per uscire sul balcone le altre finestre della casa che erano rimaste aperte  si chiusero all’unisono con uno schianto. Incassai la testa nelle spalle tanto fu forte il botto. Sorrisi e pensai a quant’era bella la fisica, poi uscii fuori, mi sedetti  sulla sdraio, e dopo diversi tentativi mi accesi una sigaretta. Il rumore del vento era forte come del resto anche il freddo che portava con se. Mi giunsero delle grida. Quella di sopra stava prendendo a schiaffi il figlio e ogni schiaffo che volava mi era di conforto.

    Ci avevo azzeccato, era lui che suonava, e la madre per punirlo gliele stava dando santa ragione e proprio sul balcone sopra di me. Quello stronzo, se lo incontravi per le scale ti salutava con un sorriso smagliante, ma dannato sia quel sorriso nascondeva una mente diabolica. Un paio di volte quando ero affacciato dal balcone aveva tentato di centrarmi la testa con lo sputo e un’altra ancora si divertiva a dare fuoco alle figurine per poi buttarle giù di sotto. Per non parlare poi di mollette, di palle di carta fatte con fogli a4, cicche di sigarette, e addirittura una volta mi aveva spedito un trik-trak, o come cazzo si chiamano quei fuochi d’artificio che scoppiano come un mitra.  Conseguenza di tutto ciò, casini, immancabili, con i suoi genitori che apparentemente erano sempre ignari di tutto.
    Ma perché quel demonio ce l’aveva con me?  –Come ho fatto ad andargli così sulle palle?-  Mi domandavo spesso. Chissà.. tutti in genere pensano di essere simpatici a tutti ma non sempre è così, perché prima o poi s’incontra sempre uno a cui gli si sta sulle palle.

    Per quanto mi riguarda, quel qualcuno, era rappresentato da un bambino di dieci anni che abitava proprio al piano di sopra al mio. Bè, sempre meglio un bambino che cerca di centrarti la testa con lo sputo piuttosto che un energumeno che cerca di riempirti di botte!
     Le urla e i pianti finirono, come la mia sigaretta e come pure la sambuca.
    Le cose belle prima o poi finiscono sempre.
    Rimasi così seduto con i capelli agitati dal vento  avvolto nella mia vestaglia di pile. Almeno lei c’era ancora. Così calda, così lisa, così piena di buchi da tizzone che sembrava essere appartenuta ad uno che era stato fucilato. Rimasi per un pò a fissare le nuvole che si rincorrevano nel cielo. Sembrava di vedere i miei pensieri, così tanti e così sfuggenti, e soprattutto grigi. Io invece sembravo un povero coglione. D’un tratto arrivò una macchina. La riconobbi all’istante dal rumore del motore e come al solito sfrecciò sparata sotto al balcone. Poi parcheggiò, e dagli sportelli ne uscirono due bestie urlanti da dietro,  e una bestia, più grossa, che urlava più di loro, dal davanti. Sono arrivati, ed il tempo che mi sono concesso è scaduto. Poi tuonò e subito dopo iniziò a piovere.


    Nella vita di tutti arriva un momento in cui ci si vede con gli occhi degli altri. Suppongo che sia uno stadio inevitabile del processo di maturazione, ma non sempre è gradevole.

    '..quindi secondo te tutto dipende dalle scelte che facciamo ogni giorno.'
    'Già, sia che si tratti di scelte importanti o no. Come ti ho già detto prima non sono d'accordo con te sull'esistenza del destino. Per me il destino non esiste. Siamo noi che ci creiamo la strada da soli in base a quello che scegliamo di fare.'
    'In pratica mi stai dicendo che se io quando esco da casa scelgo di seguire la strada a destra possono capitarmi.. diciamo delle cose.. che non sarebbero accadute se invece avessi preso la strada a sinistra?'
    'Esatto.'
    'Ma dai! Quello che mi stai dicendo non ha senso. Secondo me ci deve essere per forza qualcosa di già scritto che..'
    'Invece secondo me non è così. Prima di tutto tu parli di concetti che nemmeno conosci. Parli di qualcosa senza neanche sapere cosa. Che intendi per qualcosa di già scritto? Scritto da chi? Da Dio? Allah? Dalle tre parche che secondo la mitologia greca tessevano il destino di tutti? Tu parli di cose astratte a te ignote io invece ti rispondo con cose concrete. Porca puttana se un tizio si sbronza e poi si ammazza con la macchina spiegami come fai a dire che è stato il destino a farlo ammazzare.'
    'Bè forse perchè era già scritto che sarebbe andata così per quel tizio.'
    'Ancora? Insisti ancora con questo disegno? Senti, non voglio costringerti ad accettare il mio punto di vista, non è quello che voglio. Ma vorrei però che tu riflettessi un pò. Il tizio che si sbronza è perchè ha scelto di sbronzarsi, non è mica diventato ubriaco per miracolo capito? Ha scelto in seguito di prendere la macchina e come conseguenza si è ammazzato. Quindi non venirmi a parlare di disegni divini, di cose scritte o altre sciocchezze simili perchè non sono disposto assolutamente a seguire queste ipotesi. Poi facci caso, ogni volta che qualcosa va storto si dice che era destino, o che era destinato a finire così.

    Quando invece le cose vanno bene il destino non viene nemmeno menzionato. Ci si prende sempre il merito di quando si fanno le cose fatte bene mentre quando succede il contrario ecco che si scaricano le cose sul destino. Predi te per esempio.'
    'Io? E che c'entro io? Non sono mica morto!'
    'Ma non mi dire.. e io che pensavo di stare a parlare con uno zombi! Intendevo te come esempio quando ieri ti hanno bocciato all'esame scritto per la patente. Perchè sei stato bocciato? Perchè era destino che finisse così o perchè hai scelto di non studiare per occuparti di altre cose?'
    'Be' ecco..'
    'Vedi? Capisci quello che intendo dirti?'
    'Mah, sarà come dici te..'
    'No invece, non è così perchè lo dico io. Ho soltanto espresso il mio punto di vista.'
    'Ma allora perchè si sente parlare ogni volta di destino'
    'Ci sono tante spiegazioni possibili. Dipende dalla cultura che si ha, dall'ambiente dove si è cresciuti, dalle opinioni personali che si sviluppano durante il corso della vita. Non saprei dare una spiegazione diretta. So soltanto che tutto quello che facciamo e le conseguenze che ne derivano dipende da quello che scegliamo di fare, su ogni aspetto della vita. E che tu ci creda o no potrebbe cambiarci la vita.. che ne so.. scegliere che facoltà seguire per poi di questi tempi finire comunque disoccupato come anche intrettenersi cinque minuti di più al bar evitando così di essere investiti poi quando si esce.'
    'Addirittura?'
    'Secondo me si'
    'Va bene, giunti a questo punto sai che ti dico? Anzi no, sai cosa ho scelto di dirti?'
    'Eheh.. no dimmi.'
    'Che se invece di scegliere di venire quì me ne stavo a casa mia mi sarei risparmiato un mal di testa.. oppure chissà..'
    'No ti prego.. non dirlo..'
    'Chissà.. magari era destino che andasse così!'
     









    Sono molte le cose che facciamo
    in vita, se ne siamo capaci.
    Procreiamo figli, accumuliamo
    ricchezze, ci procuriamo terre,
    edifichiamo case, chiamiamo a
    raccolta grandi eserciti,
    diamo grandi feste.
    Ma alla fine, di noi,
    resta soltanto una cosa.
    La reputazione.

    Non potevo non combattere.



    ...una volta raggiunto lo salutò
    con cortesia e rispetto.
    'Salve a te giovanotto.' Rispose il vecchio.
    'Non preoccuparti, non mi disturbi
    affatto.'

    'Vede signore, è da un pò di tempo
    che frequento una ragazza.
    Non due ci amiamo o almeno
    io la amo e anche lei sembra
    dimostrarmelo. Il fatto è che
    vorrei chiederle di sposarmi ma..'
    'Non riesci a trovare il coraggio
    di dirglielo per caso?'
    'No signore, non si tratta di
    questo. Il fatto è che non sono
    sicuro di fare la cosa giusta.
    Se con il tempo poi mi accorgo
    che tutto quello in cui credevo
    svanisse? E se..'
    'Ah caro mio. Quanti se.'
    Lo interruppe l'anziano.
    'Io ho imparato da tempo, e
    a mie spese, a lasciar perdere i se.
    Credimi ragazzo, con il senno
    del poi non si arriva da nessuna
    parte perchè nemmeno si inizia
    a camminare.'
    'Quindi mi sta dicendo che
    devo sposarmi?'
    'Nient'affatto. Non ti ho detto
    questo. Solo che riflettere è bene,
    ovviamente nel tempo giusto.
    Poi se prorpio vuoi un consiglio
    su come comportarti eccoti servito.
    Il mio consiglio è sposati. Se troverai
    una brava moglie sarai felice. Sennò,
    diventerai un filosofo,
    proprio come me.'







    Alphaville -Big in Japan 1984

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